La Tenuta del Parco di San Rossore

San Rossore è una vasta area che si affaccia sul mar Tirreno compresa tra i fiumi Arno e Serchio. Un tempo paludosa, grazie ad una serie di modifiche ai tracciati dei fiumi che la percorrevano, si è trasformata in quel che conosciamo oggi.

Già in epoca romana, su di essa fu costruito un porto. La ricchezza dei suoi alberi è stata fondamentale per la Repubblica Marinara di Pisa. Durante il Sacro Romano Impero vi fu una forte presenza religiosa con la nascita di diversi monasteri. Nell’alto medioevo i Medici, introdussero i daini (provenienti da Sicilia e Sardegna), il Pino da Pinoli per fini economici e dall’Africa i Dromedari.

Successivamente ai Medici subentrarono gli Asburgo-Lorena che la abbandonarono  durante il dominio napoleonico. San Rossore fu affidata alla sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte, che introdusse il cinghiale proveniente dalla Maremma, per incrementare l’attività venatoria. Con la sconfitta di Napoleone i Lorena ripresero possesso delle loro terre. In questo periodo furono realizzate varie opere, tra cui una pista per la corsa dei cavalli e uno chalet al Gombo. Questo luogo apprezzato dai Lorena per i benefici dell’aria salmastra venne eletto a luogo di ricevimenti e vide la presenza di cantanti, musicisti come Franz Liszt e in generale l’alta società dell’epoca.

Con l’Unità d’Italia divenne proprietà dei Reali. In questa fase fu incrementata l’attività venatoria e quella dei cavalli da corsa. Qui Vittorio Emanuele firmò l’entrata in vigore delle leggi razziali sul territorio nazionale. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1956 San Rossore diventa di proprietà della Presidenza della Repubblica. Nel 1999, il Presidente Oscar Luigi Scalfaro, dona la tenuta di San Rossore alla Regione Toscana che poi ne demanda la gestione all’Ente Parco Migliarino-San Rossore e Massaciuccoli.

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Gombo

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Fortino Nuovo

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Bocca di Serchio

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Bocca d’Arno

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Pineta

Luoghi di ritrovamento

1. Gombo
2. Fortino Nuovo
3. Bocca di Serchio
4. Bocca d’Arno
5. Pineta

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